Legge sul clima in Europa: cos’è il Green New Deal

La legge sul clima in Europa, che ultimamente rientra tra gli argomenti di grande attualità, rappresenta l’impegno dell’UE per fronteggiare con azioni concrete l’emergenza climatica e il degrado ambientale.

Nel presentare la Proposta di Legge, Ursula von der Leyden (presidente della Commissione UE) ha sottolineato l’obiettivo finale cui tende il Vecchio Continente, ossia conseguire una neutralità climatica entro il 2050, così come previsto dal New Green Deal.

Se stai studiando Giurisprudenza a Padova o sei fai parte degli ambientalisti sensibili alle problematiche ‘clima’ e ‘ambiente’ allora ti suggeriamo di leggere questo post, nel corso del quale ti forniremo una panoramica generale sulla normativa e sui relativi obiettivi.

Cos’è il New Green Deal

Il futuro sostenibile dell’Europa si chiama ‘New Green Deal’ che in italiano diventa ‘Nuovo Patto Verde’.

Si tratta di una tabella di marcia finalizzata a rendere sostenibile l’economia e la società dell’UE.

Il programma prevede una serie di misure concrete che mirano a fronteggiare l’emergenza derivante dai cambiamenti climatici.

In particolare, le azioni previste per ridurre le emissioni riguardano:

  • Un utilizzo efficiente delle risorse
  • La riduzione dell’inquinamento e il ripristino della biodiversità

Il patto illustra inoltre gli investimenti necessari e gli strumenti finanziari disponibili per attivare le misure ‘sostenibili’.

La Legge sul clima UE

Per raggiungere l’obiettivo ‘zero emissioni’ è necessaria, a livello europeo, una politica unitaria.

Ecco perché è stata presentata la proposta ‘Legge sul clima in Europa’, la cui finalità è raggiungere una governance unica in tutti i Paesi dell’UE.

Ciò significa che ogni Paese dovrà rivedere le politiche interne al fine di allinearle alle disposzioni europee, trasformando così l’impegno politico in un obbligo giuridico.

Il raggiungimento della ‘neutralità climatica’ richiede l’azione sinergica di tutti i settori dell’economia; nello specifico sarà necessario investire in tecnologie sostenibili, incentivare e sostenere l’industria dell’innovazione, rivedere il settore energetico (decarbonizzazione), intervenire sui trasporti pubblici e privati al fine di renderli ‘green’, sviluppare progetti di efficienza energetica degli edifici.

La proposta di Legge UE sul clima, che mira ad azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050, prevede una serie di monitoraggi periodici sui miglioramenti derivanti dalle misure di contenimento, al fine di poter individuare eventuali criticità e predisporre le adeguate modifiche.

Entro il 2030, step intermedio dell’obiettivo finale del decreto, bisognerà ridurre le emissioni di almeno il 65%.
Secondo quanto stimato dal rapporto ‘Emission Gap Report’ delle Nazioni Unite, per contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1,5°, nell’arco temporale che va dal 2020 al 2030 sarà necessario ridurre le emissioni annuali del 7,6%.

Considerando che il trend relativo alle emissioni ha registrato negli ultimi 5 anni una percentuale pari a  -0,25% è facile intuire che si tratta di un’inversione drastica e tutt’altro che semplice.


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