Segreto di Stato: definizione e casi
Il segreto di Stato è un argomento discusso, controverso e complesso; criticato da molti e compreso da pochi è un concetto che si divide tra diritto e politica.
La tematica risuona spesso tra le notizie di cronaca e di attualità; talvolta è correlato a stragi irrisolte, altre volte a fatti di terrorismo. Qualunque sia l’ambito di applicazione mira in ultima analisi a tutelare la sicurezza nazionale.
Ma procediamo per gradi e cerchiamo di analizzare nel dettaglio cos’è e a cosa serve nel concreto.
Definizione
Come di consueto partiremo dalla definizione fornita da Wikipedia, che riportiamo integralmente di seguito:
“Il segreto di Stato è un vincolo giuridico che determina l’esclusione di una determinata notizia dalla divulgazione al di fuori dell’ambito dei soggetti autorizzati, ponendo delle sanzioni nei confronti di chi violi tale obbligo. Tale tipologia di segreto è solitamente giustificata dalla necessità di tutelare la sicurezza nazionale e la pubblica incolumità.”
Il vincolo è posto in essere dal Presidente del Consiglio dei ministri, mediante apposizione, opposizione o conferma dell’opposizione, su atti, documenti, notizie, attività, cose e luoghi la cui conoscenza non autorizzata può danneggiare gli interessi fondamentali dello Stato.
Gli interessi oggetto di tutela ‘segreta’ sono:
- l’integrità della Repubblica (anche relativamente ad eventuali accordi internazionali)
- la difesa delle istituzioni poste dalla Costituzione
- l’indipendenza dello Stato rispetto agli altri Stati
- la preparazione e la difesa militare dello Stato
L’istituto, considerato elemento di tenuta dell’intero sistema democratico, mira al raggiungimento di due finalità: regolare l’utilizzo del delicato atto politico e assicurarne effettività attraverso la limitazione dell’accesso a un numero di soggetti ristretto e ben definito.
Legge 124 del 2007
Il vincolo giuridico in oggetto è disciplinato dalla legge n. 124 del 3 agosto 2007 denominata ‘Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto’.
Il testo normativo attualmente in vigore riforma la legge 801 del 1977; comprende 46 articoli nell’ambito dei quali quattro sono quelli che regolamentano la materia:
- art. 39 (Segreto di Stato)
- art. 40 (Tutela del Segreto)
- art. 41 (Divieto di riferire riguardo a fatti coperti dal Segreto)
- art. 42 (Classifiche di segretezza)
La differenza sostanziale rispetto alla legge abrogata consiste nell’identificazioni di nuove tipologie di fatti che non possono essere oggetto di segreto; nel dettaglio la legge 124 del 2007 esclude dalla secretazione:
- fatti eversivi dell’ordine costituzionale
- fatti di terrorismo
- delitti di strage comune e con finalità di attentare alla sicurezza dello Stato
- associazioni a delinquere di stampo mafioso
- scambio elettorale politico-mafioso
Tra le ‘novità’ introdotte dalla nuova legge il limite temporale della secretazione, prima totalmente inesistente.
La durata è stabilita in 15 anni, alla scadenza dei quali è possibile prorogare il segreto per altri 15.
Scaduto il limite temporale massimo (30 anni) è consentito l’accesso a documentazioni e informazioni attraverso una richiesta al Presidente del Consiglio.
Entro 30 giorni avviene la concessione a visionare gli atti, a meno che il Presidente, laddove si rimanga nell’ambito dei 30 anni complessivi, non dispone una proroga di ulteriori 15 anni; nel caso specifico la decisione deve essere accompagnata da una valida motivazione.
A prescindere dai termini il Presidente ha la facoltà di disporre la cessazione anticipata del vincolo nel momento in cui vengono a mancare i presupposti che ne hanno determinato l’istituzione.
La legislazione in analisi disciplina anche il rapporto tra il segreto di Stato e il processo penale; l’autorità giudiziaria non può acquisire, né tanto meno utilizzare indirettamente, materiale (documenti, atti o notizie) sul quale è apposto il vincolo.
La nuova disciplina prevede inoltre che nel caso in cui la secretazione si ponga in contrasto con l’Autorità Giudiziaria, la decisione finale spetta alla Corte Costituzionale; quest’ultima rappresenta l’organo nei confronti del quale non è possibile opporre il segreto di Stato.
La nuova normativa annovera tra le modifiche la ridenominazione degli organi competenti:
- Agenzia informazioni e sicurezza estera: AISE (ex SISMI)
- Agenzia informazioni e sicurezza interna: AISI (ex SISDE)
- Dipartimento delle informazioni per la sicurezza: DIS (ex CESIS)
- Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica: CISR (ex CIIS)
Segreti di Stato desecretati: casi
Nel corso degli anni numerosi casi sono stati desecretati e i relativi documenti sono stati resi disponibili alla consultazione.
Tra i tanti ricordiamo il ‘Protocollo Farfalla’, desecretato dal Governo Renzi.
Dalla desecretazione è emerso un patto, tra i servizi segreti italiani e la mafia, secondo il quale venivano offerte somme di denaro ai boss più autorevoli del 41bis per ottenere in cambio informazioni.
Tra i casi desecretati ricordiamo quelli della direttiva emanata da Matteo Renzi il 22 aprile del 2014.
Attraverso una procedura straordinaria, le amministrazioni statali sono state obbligate a presentare, presso l’Archivio centrale dello Stato, la documentazione processuale e di indagine relativa alle seguenti stragi:
- Piazza Fontana, Milano (1969)
- Gioia Tauro (1970)
- Peteano (1972)
- Questura di Milano (1973)
- Piazza della Loggia, Brescia (1974)
- Italicus (1974)
- Ustica (1980)
- Stazione di Bologna (1980)
- Rapido 904 (1984)
Tutti i documenti, processuali e di indagine, relativi ai casi appena elencati non sono più coperti dal vincolo di segretezza; sono pertanto disponibili alla consultazione da parte dei cittadini e di chiunque desideri approfondire e/o fare chiarezza su aspetti oscuri e irrisolti.
A livello internazionale citiamo il caso dell’omicidio di JFK, la cui desecretazione dei documenti è stata decisa dal Presidente George Bush.
Anche se alcuni atti sono ancora coperti dal segreto, la lettura dei primi documenti disponibili ha già lasciato emergere alcuni dettagli importanti, come ad esempio: un piano ordito dalla CIA per uccidere Castro attraverso la Mafia; l’operazione ‘Mangusta’ finalizzata ad avvelenare i raccolti dell’isola; la telefonata anonima ricevuta dall’FBI in merito all’imminente assassinio dell’agente accusato della morte del Presidente.
Lavorare nel settore della criminologia
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Il corso è indirizzato a coloro i quali intendono operare nell’ambito della criminologia, come esperti studiosi dei fenomeni criminosi.
La struttura didattica del master è focalizzata sull’analisi delle tipologie di crimine più allarmanti a livello sociale e più complessi a livello interpretativo.
Il programma parte da un’introduzione generale sugli aspetti storici e metodologici della criminologia per arrivare ad affrontare argomenti quali:
- la genetica forense e la scena del crimine
- la medicina legale e forense
- le neuroscienze
- i modelli comportamentali dei serial killer
- stalking e femminicidio
- il concetto di identità nelle indagini scientifiche
- la sociologia della sicurezza urbana
- il controllo del territorio sotto il profilo operativo
- l’immigrazione e la criminalità
- le nuove forme di reato
- le criminalità emergenti
- le strategie di contrasto alla corruzione
- le indagini difensive
- la raccolta e l’analisi delle testimonianze
- la disciplina in materia di armi
- i culti distruttivi o abusanti
- gli abusi sui minori e la questione dei minori devianti
- il segreto di Stato
- il terrorismo e le attività di intelligence
- le forme di criminalità economica
- la gestione manageriale dell’ordine pubblico
- la criminalità informatica
- i reati contro l’ambiente
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